Basta alle corride

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"Con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astensioni, il Parlamento catalano ha approvato oggi il divieto delle corride in Catalogna, previsto dalla legge di iniziativa popolare promossa dalla piattaforma Prou! (Basta!). Il divieto entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2012. La votazione è stata celebrata come una «vittoria storica» dalle associazioni animaliste presenti al dibattito parlamentare e in attesa fuori dall'aula consiliare. La Catalogna è la seconda regione spagnola, dopo le Canarie, ad aver messo al bando le corride.

BRIGITTE BARDOT: "VINCE DIGNITÀ" Il divieto delle corrida per tori in Catalogna, la ricca regione del nord-est della Spagna, «è una vittoria della democrazia» e una vittoria «della dignità sulla crudeltà». Lo afferma l'attrice francese Brigitte Bardot, da anni in campo per difendere i diritti degli animali, commentando la storica votazione dell'assemblea legislativa di Barcellona. «La corrida - prosegue B.B in un comunicato diffuso dalla sua fondazione - è di un sadismo incredibile, questa tortura degli animali deve finire il più presto possibile». L'attrice lancia anche un appello alla Francia affinchè «segua l'esempio». Oltre alla penisola iberica, le corride sono infatti anche diffuse in alcune zone del sud della Francia.
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Era ora che una popolazione civile decretasse la fine della tortura dei tori nelle corride. Un tortura niente affatto sportiva, primo perché il toro non ha dato la sua adesione, secondo perché lo stesso come entra nella corrida viene massacrato con le lance in modo che affronti indebolito il boia. Questa non è certo lealtà sportiva, ma una vigliaccata indegna di una società che si voglia chiamare civile.

Evviva quindi alla popolazione delle Canarie e della Catalogna sperando che questa cultura vigliacca possa terminare per sempre.

Mi auguro ora che anche le gare sulla pelle del pesce possano essere vietate dall’Europa, perché nonostante le falsità che si raccontano in giro, la “gara di pesca” non è sportiva, la pesca non è riconosciuta dal Coni e la gara è animata da istinti non certo nobili: ferire e stressare il pesce che è usato solo come mezzo di competizione, alla pari del pallone nel calcio solo per farsi vedere più bravo di altri come lui in condizioni di pesca assolutamente innaturali.


Giancarlo

Qualcuno riesce a vendicarsi.



E se invece di abbatterlo lo avessero lasciato in pace nel suo pascolo non era meglio?